AGLI A MATOR I
DELLE
BELLE ARTI
"Opera , che on per metro delle flampe fi prefenea al | co effetto per toglieme la prattiea. I Pirtoei, avendo prefo dilets ad imme-
Pubblico è di tal natura, che non ha bifogno di preli- | ginare a lora talento, e ad elprimere le loro immaginazioni, come fi prefen-
minari elogi, per renderla accerta . Bafta fapere, che qui tavano alla fantalia, vedendo anche graditi, ed apprezzati fomiglianci larori
fi danno incile in Rame con quelo fludio, ediligenza, | dalle Perfone , che avevano cominciato a gultarli , non fi arreftarono punto dalla
che fi è poruto maggiote ( di che fi lafcia il giudizio laro ineraprefa ; e in Roma, ed in alere Parti d' Italia profeguirono anche ne
agl Intendenti) le inligni Pitture, e Scucehi a Grottefco, tempi polteriori a dipingere le Parcti delle Fabbriche pubbliche, e private di
che fanno il grande omamento delle celebri Logge del | quelta maniera, come nefanno indubitata fode gli avanzi, che ne abbiamo.
Ed appunto a quefhi avanzi fiamo debitori della rinnovazione di quelto genere
e del bello ne formi quell'idea, e conce tto favorevole, che a tanio lavoro fi di Pirtura, che nelle difgrazie della fempre berfagliata Iralia, e nella lunga in-
conviene. Ma perchè quefto è un genere di Pietura dal comune diftinco, e par- nondazione di barbare Genti, e franiere , coll' altre belle Arti, e Scienze
Vaticano dette di Rafacle, perchè fenz' altro ogni giullo eftimatore del buono,
ticolare, perció non farà cola inunile, nề difgradevole , fe di quelto brevemente quali in naufragio comune fommerfa era, e perdura.
qualche cola ti accenni , che all' origine, ed ufo di ello appartenga.
L'Opera, o Lavoro a Grottefco, conl detto per la ragione, che fi elporrà
in appreflo , non è altro, che una rapprefeneazione in pirura, e fcultura di co-
fe, o meramence immaginarie, e che non hanno elilftenza in natura, o, fe efi-
Fu nel fempre gloriofo Pontificato di Leone X. gran Rilloratore, ePro-
tetrore munificentifimo delle Lettere , e delle Arei, che effendoli fempre pia
accalorato lo fludio delle cofe antiche, e per ogni dove andandofene in eerct,
fra le ruine del Palazzo di Tito prello S. Piero in Vincala, come raccontano
flono , non eliftono in quella maniera, che vengono rapprefentate. L'origi-| Vincenzo Borghini, che ferille di quel tempo al magaifico Giovanni de' Medici
intorno alla Pittura, e Gin. Batifta Armenini da Faenza pure contemporanros
nel fuo libro de'veri Procetti della Pittura ; fi fcoperfero alcune Stanze turte di-
pinte di piccole Figure Grottefche, le quali, come individua l'Armenini fud-
accenna il Maelflro de Poeti Orazio nella fua Epiltola a' Pifoni intorno all'Arte deto erano piene di compartimenti , di Succhi fottili, e di Pitture con si di-
» verle bizzarie, ein copia tanta, e cosi bene intele, che tutta Roma vi con-
» corfe . E ficcome quelle Stanze, ed alıre a quefte fomiglievoli, che furo-
Siccome dunque i Poeti, lafkiando liberi i vanni alla loro rifcaldata fanta- no in fkguito koperte, e per i rudeti d'altri edificj foprappoftivi , e per il na-
sia, che non feppe contenerfi denero i limiti della femplice, e fempre nella fua turale accrefeimento del Terreno intorno, rimanevano fotterra , onde non pia
rarietà uniforme natura, piacque loro, cuando a belle forme di vaghe Donne erano, fegue a dire l'Armenini, Camere, ma Groete, e Carerne ; cosi quefta
accoppiar parti difformi di varj pefci, come alle Sirene ; quando aggiunger Ale fotta di Piture dai Luoghi, ore s'incontravano elere, Groefche, e Opera, o
a' Cavalli, come al Pegafo ; e finger Uomini co' piedi di Capra, quali fono i Lavoro a Grottelco furono appellate ; di quelle Camere a tal foggia dagli Aa-
Saziri s e immaginare i Tritoni , le Nereidi, iCentauri, le Sfingi , le Arpie, e tichi dipince l'Armenini poco dapo il laogo fopraccitato ne accenna akune ri-
Erovate in vicinanza di S. Gregorio forto cerne Vigne i e cosl minutamente
e can tale chiarezza nel fuo ftile femplice, enaturale ne deferive le rapprefen-
tanze tutte in elle effigiate, che farà non difpiacevole cofa a'Diletanti, ne
Cosi i Pittoci , ufando di tale dirito , non contenti Torfe di sapprefentar fempre difutile a' Profelfoci il rifcontrarlo nel libro medelimo. Fra le molte Perfone
„ le cofe, come eliftono , per cercare con ciò il diletto , ed il piacere, che tal- adunque, che a vedere concorfero le Scanze , o Grotre fuddette del Palazzo di
» cra nelle cofe naturali non è guftato, o per moltrare l'elerazione del loro Tico , al riferice del predetto Borghini, vi fi parto infieme con Giovanni di Fran-
ingegno ,o per griecialo, eghiribizzo come fiu quefto propolito li elprime cefco da Udine fuo Scolare l'immorrale Rafaele Sanaio da Urbino, lume della
il Valari, allentarono le beiglie alla loro fantafia, ed ora ad un fotiliffimo filo Pietura di tutti i Secoli, delle di cuj lodi fempre rinafcenti, alıre le infigni Ope-
re del fuo dirino pennello, che a gloria di lai, e ad ilrutione de' Pofteri ancora
Grue i e fempre immaginando cofe nuove, e alle immaginate altre aggiangen- rimangono, oltre valenti Profellari, che dalla fua Scuola, come dal Carallo
do, ele naturali cole nell' ordine, nella maniera , nel fito, e nell" unione di Trojano uftirono a fecondare l'Iralia delle produzioni di queft'Arte le pià rinno-
mace, parlatono ad una voce i Letterati tumi piá illulri non folo di quello , ma
ancara di turti i cempi feguenti , nè tacciono , nè taceranno, finche faranno in
ne di si farti lavori , pare che non d' altronde fi debba riperere, che dall' am-
pia libertà d'immaginare, della quale non meno i Poeti , che i Pictori per un
quali particolare privilegio, hanno mai fempee in turt' i tempi efercitata, come
*****. Piltunibur, atgue Petie
aidibet sudeudi femper fait agaa poredar.
Foctica :
mille alere ftranczze, che, principiando da Oncu:
Saggie Pitter dille Mewarie aatiche.
ad ogni palo s' incontrano in tutti i feguaci della fublime Arte di Apollo:
ppiecarono un pelo, che non fi puð reggere , ora ad un Cavallo le gambe di
altre immaginarie alterando, fecero quello, che lavoro Grottefco da'moderni
fir appellato. Quindi l'Arecino, avendo riguardo a quefta libertà d'immagina-
re, comene co' Poeti a'Pittori, foto alcune Grottefche intagliate dal Beatri- pregio le belle Arti.
certo, faille i fegucnci verfi :
I Peera, il Pin vas del pare
Eda quelto propolito,come buan Filokalo non meno, ch'erulito Dilettantey
il ben noto a tutta la Repubblica Letteraria Coste Algaroiti nel fuo Saggio della
Pietura al capirolo della Invenzioneyconi parla : Addocırinato Rafacle da'Greci
* ciha fapuno , come Virgilio , elprimere il fhore del vero , condire le fue Opere
» d'una graziofa nobilta, innalzare la Natura, come fopra fe ftella, dandole
I un'afpetto più vago di quello , ehe realmente fuole avcce, più animato, più
| Di quefo Rems ci pui gempis dare ,
E , Rowa rieetto d'ogni chiaro isgegar y
E tira il lre arde tatto ad au fgns,
Sidteoer efprefo in gueit carer appare Dalle cni gratte, eve saai ate faggierae,
Fregiate d'spra , e di artifija degas.
primo però, che in Roma mettelle in prattica fimile artificio , che forfe
non fu ignoto a' Greci, da'quali quello colle altre arti , e fcienze poterono
apprendere i Romani, al dire di Plinio fu un certo Ladio Pittore, che ficel ne
|
Or tasts lace a si bell Arte tersa.
» maravigliofo ».
Quefto divino Artefice col fuo Scolare Giovanni, effendo andati a vedere
tempi d'Augullo, del quale lo hello Autore, dopo d'avere deo, che fu il pri- in quei fotterranei le foopene Piture, ed ammiratane la bellezza, e flimatone il
mo a ritrovare la vaghiffima pirrura delle Pareti, e deferitte le cole , che in quelle valore, reftarono foprammodo preli da quella per loro suora maniera d'operares
rapprefentna , fono , foggiunge egli, ne' fuci Dilegni Ville nobili , alle e fpecialmente ne fu peelo Giovanni, Uomo , come dice l'Armeniai n d'inge-
Donne che portano alcuna cofa fulle (palle, le quali go fottile, raga y e curiolo delle novita, e delle bellerze, dhe uttavia i
» venivano fuoprendo a fuo tempo delle cofe antiche s Che perd pollafi que
fto valente Profellore iscorno a si fatti lavori, tanto fi adoperó con amore,e de-
fderio , e le ritralle tanto, che alla fin le imparò di maniera, che mi alcuno
3s shi , die' egli , toliero gli efempi delle loro pitture dalle cole vere, che i Mo- dopo di lui ha potuto artivarli di un gran pezzo, come ci è manifefto per
a derni hanno con malvaggie ulana cotrotti, e gualti i poichè nelle fodere le molce fue Ficture, e Opere, come liegue a dire lo fhelo Armenini : e tanco
s de' Muti dipingono piutsollo i moftri , che le immagini prefe da çafe determi- maggioei progrelli ei fece in quefta imitazione, quantoche a forza di ollerva-
9 nate y. Quindi palla a deferivere qual folla la licenza prefali da' Pitari del zioni di kudlio, e di prore, venne in cogiaione della maniera, onde fare gli
lifi
n tholtrano d'aver paura dicadere ; oltre di cið molt' alcre capeicciole, egio-
» cofe difpofitioni . Con pia chiarezxa, e precilione però parla Vieruvio delle
Pareti a Grottefco dipinte, il quale pur ville di que' medefimi tempi - Gli anti-
Tab tempo in aipungne le mura, aggiungendo » In vece di Colonne pongono Stucchi all' ufo degli Antiehi, avendone trovata la vera materia, la quale, come
lerifce il chato Armenini era ata da' più foftici cerrelli , che follero in Ro-
* neti cannellati con foglie erefpe i fimilmente fi veggono Candelieri fullenere n ma per lunghiflimo tempo cercaa . Quindil eflindoli in feguito feoperti aleri
avanzi di Fabbriche antiche a Grottefeo dipine fempre più ne crebbe il diletto ,
e le ne ivaghi non fulo Giovanni, ma altri ancora della Scuola del gran Rafae
n Eesi producono da' loro fteli mezze Figure , talune fomigliami a Capi umani, le, a quale non ommife diligenza , fatica, e fpela verana per avere tutti i pre-
* alıre poi a Capi di Beflie n: Fin qui Vitranio , che non poeeva con maggiorr fidi, onde pareare anche quelto genere di Pitura alla periczione i poiche , dice
Vafari a Tanta era la grandezza di queflo Pitrere, che teneva Difegnatori
» per tutta Italia , e Fozzuolo, e finalmente in Grecia, nè reflo d' avere tutto
» quello, che di Luono per quel'Arte potelle giovare s - ll che viene conteltato
» Canne, ed in luogo delle Sommità dette da' Latini Faligi , fi fanno arpagi-
n Figure, e fopra le cime di efli fanno nafccre da'radici alcuni teneri ritorti con-
n volate, che fenza alcuna ragione hanno delle Figurine foprapolte. I Fiori al-
precilione defcrivere il carattere, e la natura delle seftre Grottefche. Ma li-
fugna dire, che uto lo zelo, e tutte le invettive di cosl accreditato Macftro
delle belle Arti contra quebo da Lui fuppollo abufo della pittura, avelkero po-
dal