CANTO
PRIMO.
CANTOPRIMO DE LA PRIma cantica o uero comedia del diuino Poeta Fiorentino Dante Ale
Capitulo.
I. X
shieri.
EL Mezo del
camin di no
ftrauita
Mi ritrouai p
una felua ob
fcura
Che la diricta
uia erafmarri
ta
Ah quanto adir quale era cofa dura
qfta felua feluaggia afpra & forte
che nel penfier rinuoua la paura
Tato era amara che poco e piu morte
ma per tractar del bé chio ui trouai
diro dellaltre cofe chio uo fcorte
I non fo ben ridir chomio uentrai
tatera pie di ſonno infu quel pucto h Abbiamo narrato non folamente la uita del poeta
che la uerace uia abbandonai
& el titulo del libro & che cofa fia poeta:ma etiá quá
to fia uetufta & anticha:quáto nobile & uaria:quáto utile
&ioconda tal doctrina. Quáto fia efficace a muouere lhu
mane menti: & quáto dilecti ogni liberale ingegno. Ne
giudicanımo da tacere quato i fi diuina difciplina fia ftata
la excellétia dello igegno del noftro poeta. Inche fi fono
ftato piu brieue che forfe non fi conuerebbe:cófideri chi
legge che lanumerofa & quafi infinita copia delle chofe
dellequali e neceffario tractare mifforza non uolédo chel
uolume crefca fopra modo:a inculcare & inuiluppare piu
tofto che explicare:& diftendere molte chofe & maxime
quelle lequali quádo bé taceffi non perone reftera obfcu
ra la expofitione del tefto. Verremo adunque a quella
Ma perche ftimo non effer lectore alcuno ne di fi baffo i
gegno:ne di fi pocho giudicio:che hauédo itefo:quáto fia
& la profondita &uarieta della doctrina:& la excellentia
& diuinita dello ingegno del noftro toſcano:&fiorétino poeta:non fi perfuada che queſto principio del
primo cáto debba per fublimita & grandezza effer pari alla ftupéda doctrina delle choſe che ſeguitano:
pero con ogni íduftria in ueftigheremo che allegoricho fenfo arechi feco quefto mezo del camíio: & che
chofa fia felua.Diche ueggio non piccola differentia effere ftata tra glinterpreti & expofitori di queſta cá
tica. Impero che alchuni dicono:che il mezo della uita humana e el fonno moffi: credo dalla fententia da
riftotile dicédo lui nellethica neffunna differentia effere tra felici: & miferi nella meta della uita per che
le nocti che fono lameta del tempo cinducono fonno:& da quello nafce che ne bene ne male fentir pol
fiamo. Il perche uogliono quefti:che el poeta pongha el mezo della uita per la nocte: & la nocte pel fon/
no:ad notare che quefto poema non fia altro che una uifione che gliapparue dormendo per laquale heb
be cognitione delle chofe da lui defcripte i quefte tre comedie. Dicono aduque che lui imita loanni euá
gelifta el quale dormendo fopra el pecto dichrifto redemptore hebbe uifione delle chofe celefte: ouera/
méte ponghi la nocte dimoftrádo lui hauere comíciato el fuo poema di nocte nella quale raccoglédofi la
nimo in fe medefimo & abfoluendofi & liberadofi da ogni cura meglio ítéda.Ma ben che tale fententia
quadri al poeta: niétedimeno le parole non la dimoftrono fe non con tanta obfcura ambiguita:che non
pare degna della elegátia di táto poeta prima perche non feguita che benche nelle reuolutioni del tépo
táto fpatio occupin le nocti quáto e di:per quefto dicédo io fcripfi di nocte fintenda io fcripfi nel mezo
della mia eta:perche & nel pricipio & nel fine della eta humana fonno le nocti chome nel inezo & fimil
méte e di.Il perche per la medefima ragione fi potrebbe fare tale iterpretatióe pel di come per la nocte
Altri dicono che uole pel mezo del camío ítédere che nel mezo deleta dette pricipio al fuo poema. ma. A
non e una medefima opinione del termie dela noftra eta:perche aiuerfi fcriptori diuerfaméte fentono
B
Suferis
Ma poichio fui appie du collegiuto
la oue terminaua quella ualle
che mhauea di paura el cor cõpucto
Guardai in alto & uidi le fue fpalle
ueftite gia de raggi del pianeta
che mena diricto altruip ogni calle
Alhor fu la paura un pocho queta
che nellago del cuor mera durata
la nocte chio paffai con tanta pieta
all cuts present
33 oudy 33.
